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Visibilità nei motori di ricerca e frequenza di rimbalzo

bounce rate

Prima di mettere mano al nostro blog per migliorare l'esperienza degli utenti dobbiamo parlare di alcune cose. Oggi discuteremo il problema della frequenza di rimbalzo. Definita in inglese "bounce rate" e la percentuale di visitatori che vengono nel tuo sito web e lo lasciano senza visualizzare altre pagine. Se avete installato le stat di Google Analytics è un parametro che potete facilmente controllare. Se ad esempio riscontriamo una frequenza di rimbalzo del 50% significa che la metà delle persone che arrivano sul blog lo lasciano dopo aver visualizzato la pagina in cui sono entrati, sia che si tratti della homepage o di un qualsiasi articolo.


Cosa significa questa cosa e perchè è importante abbassare questo valore per la visibilità nei motori di ricerca del vostro sito web? Le persone atterrano sul vostro blog o portale e trovano parzialmente ciò che vogliono, o meglio sono poco attratti dai vostri contenuti, forse nemmeno li leggono. Questo perchè si limitano a scorrere la pagina ma non cliccano sui link di approfondimento o su altri articoli consigliati, sempre che ce ne siano. Per i motori di ricerca questo significa una cosa sola: scarso interesse perchè i  contenuti sono poveri e quindi il portale verrà penalizzato lasciandolo indietro rispetto ai primi posti di visualizzazione.  


Per blogger e webmaster è fondamentale aumentare le visite del sito web: indispensabile che appaia in alto nelle posizioni sui motori di ricerca.  Si calcola che il 70% dei click totali è assorbito dalle prime tre posizioni presenti nei motori di ricerca per la keyword inserita. Avere un portale mal posizionato che si trovi in seconda, terza o quarta pagina sui motori di ricerca per la keyword legata al proprio business è come un negozio dalle belle vetrine in una via deserta, dove non passa nessuno.


Non sempre avere una frequenza di rimbalzo alta è un fattore negativo


Prima di iniziare, vorrei che ti prendessi un momento per riflettere sugli obiettivi del tuo sito web per vedere se sia meglio avere un alto o basso tasso di rimbalzo. Se voi avete un sito che vende un prodotto e le persone che entrano lo comprano o chiedono informazioni cliccando subito su un bottone non è per niente un male. Ci sono siti di ecommerce che vi fanno girare per minuti, a quel punto i visitatori si perdono non comprando nulla. Una "call to action" veloce, in cui un utente entra e compra con una frequenza di rimbalzo del 100% in questo caso è ottima. 


Diversamente volete che l'utente si fermi il più possibile perchè in ogni pagina vede una pubblicità diversa. A quel punto dovete coinvolgerlo il più possibile creando articoli con link interessanti da cliccare e pagine da visitare. In questo caso dovete puntare ad avere una frequenza di rimbalzo bassa.


Come migliorare il bounce rate


come detto, se il vostro obiettivo è quello di coinvolgere il più possibile gli utenti, "appiccicandoli" al vostro sito, iniziate a scrivere articoli interessanti, lunghi. Approfondite l'argomento con link ad articoli correlati, ad immagini. Fategli vedere un video, proponete di compiere azioni come la compilazione di un form, l'invio di una mail. La frequenza si ridurrà e al contempo aumenterà anche il "tempo di permanenza" all' interno del sito che è un altro parametro preso a riferimento dai motori di ricerca. Anche in questo caso l'interpretazione potrebbe essere doppia. Un tempo di permanenza alto all' interno del blog potrebbe significare interesse per quello che scrivete oppure, all'opposto, difficoltà a ricevere l'informazione giusta.


Se un utente cerca l'orario del treno o di un bus e atterra sul vostro blog deve uscire entro breve. I motori di ricerca quindi, prima di dare importanza a questo parametro, individuano il tipo di informazione cercata confrontandola con altri siti simili. In questo caso verranno premiati portali con alta frequenza di rimbalzo e basso tempo di permanenza del sito.


 

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